Sono nata a Milano il 12 dicembre 1984 da genitori marchigiani nati e cresciuti durante la Seconda Guerra Mondiale e il Secondo Dopoguerra. Dalla crisi di quegli anni hanno appreso l’importanza della creatività e della manualità, che a loro volta hanno tramandato a me e a mia sorella: mio padre da giovane lavorò vari anni come fabbro, mentre mia madre lavorava come bambinaia, amministratrice e donna delle pulizie presso una famiglia. Qualche anno dopo il loro matrimonio e la nascita di mia sorella maggiore, a causa di un incidente occorso a mio padre, mia madre vinse un concorso e trovò un lavoro in ferrovia a Milano, seguita da mio padre, che nonostante l’incidente subito trova un impiego.

Mia sorella ha dodici anni più di me e studia per diventare “Stilista di moda e costumista teatrale”. Ovviamente, doveva disegnare molto e spesso io da bambina mi incantavo a vedere lei che disegnava e i suoi splendidi figurini. Credo che la mia passione per il disegno sia nata proprio da queste esperienze e dalla voglia di confrontarmi col suo talento.

A dieci anni mio padre muore e così io, mia sorella e mia madre ci trasferiamo nelle Marche, a Senigallia. L’essere diventata orfana di padre, il trasferimento ed altri bruschi cambiamenti familiari hanno una rilevanza notevole nel deciso cambiamento del mio carattere: da solare ed estroverso a malinconico ed introverso. Avendo finito le scuole elementari a Milano, ho frequentato le scuole medie a Senigallia: i tre anni peggiori della mia carriera scolastica. I miei compagni di classe avevano una mentalità completamente diversa dalla mia. In più, essendo io grassottella, occhialuta, coi denti storti e un accento decisamente diverso dal loro, ero la persona perfetta da prendere in giro, anche pesantemente. Non riuscendo allora a reagire con autoironia, avevo principalmente due reazioni: rispondere aggressivamente e disegnare. Il disegno mi aiutava a concentrarmi su altro, su un mondo personale in cui quei tizi fastidiosi sparivano, ma restava la bellezza di quelle splendide attrici (e il loro stile) che vedevo in quei film anni Cinquanta e Sessanta, quelli amati da mia sorella: Julie Andrews, Grace Kelly, Audrey Hepburn, Gina Lollobrigida, Sophia Loren, ecc.

Passano gli anni e mi diplomo come “Tecnico dei servizi turistici” presso la scuola alberghiera di Senigallia (pensando che essendo Senigallia una meta del turismo balneare avrei trovato facilmente lavoro), ma coltivo comunque la mia passione per il disegno, seppure da autodidatta. Il giorno della consegna del diploma è però anche lo stesso in cui mia madre ha l’ultimo ciclo di chemioterapia: in quello stesso anno infatti mia madre scopre di avere un tumore allo stomaco, per il quale ha anche subito un intervento molto invasivo. Mia sorella è stata di grande aiuto, nonostante in quel periodo avesse avuto anche un figlio e dopo qualche tempo abbia scoperto l’infedeltà di suo marito, dal quale si separa.

Nei tre anni che seguono al diploma decido di non allontanarmi, così lavoricchio e seguo da privatista il secondo ed il terzo anno dell’IPSIA sezione “Moda”, conseguendo l’attestato di qualifica: finalmente potevo disegnare per uno scopo. I miei disegni piacciono, tanto da apparire in un paio di esposizioni e in una fiera dedicata ai futuri sposi.

Quando fu chiaro che mia madre avrebbe superato la malattia e che si sarebbe ripresa, potei finalmente iniziare gli studi universitari ad Urbino. Mi laureai così in “Scienze dei beni culturali” e in “Storia dell’arte”. Sono sempre stata affascinata dalla storia e dai lavori dei grandi maestri, dai quali avrei potuto trarre ispirazione e lezioni per i miei disegni.

Dopo il matrimonio mi trasferisco e lavoro per lo più facendo le pulizie e come collaboratrice esterna presso un consorzio che si occupa di un museo e di un parco archeologico, ma nel frattempo scrivo e faccio pubblicare un libro sulla Rocca di Senigallia del quale disegno anche la copertina. Poco dopo, l’editrice mi chiede di disegnare la copertina di un libro sulla storia del Rock, cosa che faccio con enorme piacere. Il mio disegno piace e diventa la copertina del libro.

Ho sempre considerato il disegno una passione personale, privata, quasi un segreto. Un anno fa, qualcosa è cambiato: un signore di cui nutro profonda stima mi ha suggerito di puntarci su, di mostrare i miei disegni. Ciò è successo poco tempo fa, quando con un paio di amiche (una mia ex collega ed una compagna di studi) apriamo un canale su YouTube (dal titolo “Il tè artistico”) e prepariamo il primo video, in cui prendiamo in considerazione vari canoni estetici femminili. Fra le immagini che esponiamo, ci sarebbero dovute essere delle fotografie che potrebbero essere sottoposte a copyright, così decido di disegnare personalmente dei ritratti da inserire nel video. Nel frattempo, posto i miei ritratti sui social e vedo che vengono graditi, nonostante non siano certo perfetti.

Comincia così questa nuova avventura, che spero nel suo piccolo porti un tocco di bellezza e nella quale metto passione ed entusiasmo, oltre alla gratitudine per chi mi ha offerto e mi offrirà la possibilità di disegnare per appagare il desiderio estetico di altre persone.

Grazie a tutti voi,

Sara Bacchiocchi